23 Ottobre 2019
XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, INFEZIONE AVANZA A BRINDISI E A TARANTO; ALTRI 73 ULIVI INFETTI

Continua l’avanzata della Xylella fastidiosa con altri 73 ulivi infetti nelle province di Taranto e soprattutto Brindisi, dove si sta rischiando di assistere a quanto già accaduto ad Oria e Francavilla. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base dei risultati delle analisi che si riferiscono ai campioni di olivi prelevati durante il secondo monitoraggio 2019 e pubblicati su Infoxyella, di cui 38 a Ostuni, 5 a Fasano, 2 a Latiano, 6 a Ceglie Messapica, 2 a Montemesola, 1 a Monteiasi e 19 a Carovigno.

 

“Le nuove infezioni accertate confermano che continua la virata e l’avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera, mentre la numerosità delle infezioni riscontrate a Carovigno – lamenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - disegnano uno scenario oscuro già visti nei casi di Oria e Francavilla, dove per non abbattere 47 ulivi malati, con espianti bloccati dai ricorsi al TAR, sono morti  3100 alberi, consentendo al vettore di continuare ad infettare migliaia di esemplari anche monumentali, così come sta aumentando il numero di ulivi infetti conclamati a Fasano. La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l'Italia potesse conoscere, che ‘cammina’ ad una velocità impressionante, considerato che in 6 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro”.

 

“Non esistono cure per salvare gli ulivi monumentali infetti da Xylella, unica strada per tentare di salvarli è la pratica dell’innesto. E’ necessario che la Regione Puglia recuperi i gravi ritardi e definisca quanto prima “un protocollo” tecnico di utilizzo, in modo da avere riferimenti chiari. L’innesto può rappresentare una speranza per il mondo produttivo olivicolo-oleario, ma soprattutto può rappresentare la speranza della tutela paesaggistica soprattutto della Piana degli Ulivi Monumentali”, insiste Muraglia.

 

“Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico”, aggiunge ancora Muraglia. “Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all'unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia chiede da anni invano la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia”, conclude il presidente Muraglia.

 

La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti - ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.

 

Sotto accusa però ci sono anche le responsabilità comunitarie a partire – sottolinea la Coldiretti – dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto.

Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – conclude Coldiretti - si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force.

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