L’agricoltura pugliese non può permettersi di lasciare per strada neanche un euro e la nuova amministrazione regionale è chiamata a cambiare passo
A rischio disimpegno le risorse del PSR Puglia, con 256,6 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre prossimo. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Puglia che ha denunciato il rischio di perdere le risorse del PSR Puglia, secondo i dati del Ministero delle Politiche Agricole e della Rete Rurale Nazionale ad ottobre 2020, nel corso dell’incontro dei quadri dirigenti e dei tecnici nazionali di Coldiretti con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il neo eletto Donato Pentassuglia.
Ad oggi risultano erogati solo 578 milioni di euro rispetto al complessivo di 1,6 miliardi di euro, con la burocrazia e gli errori di programmazione che hanno rubato tempo e risorse al lavoro delle aziende agricole e ha impedito con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso di giovani nell’attività di impresa, con il 75% delle domande di finanziamento del PSR per i giovani in agricoltura bocciate.
“La Coldiretti ha ripetutamente evidenziato questo rischio, purtroppo con pochi riscontri. Il nuovo governo regionale è chiamato a recuperare ritardi enormi e le strutture amministrative a dare risposte immediate. Restituire anche un solo euro a Bruxelles sarebbe in questo momento un inequivocabile segnale di inadeguatezza e un danno per i nostri agricoltori, che legittimamente aspirano con queste risorse a costruire il proprio futuro”, ha affermato il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Puglia ha speso solo il 35,6% delle risorse del Psr – aggiunge Coldiretti Puglia – con un livello di spesa di molto inferiore alla media nazionale. “Anche questa volta, come sempre, offriremo il massimo della collaborazione per individuare le soluzioni più appropriate – ha detto Muraglia - per uscire da una situazione preoccupante, ma ancora noi crediamo recuperabile. Il rischio di non utilizzare le risorse va assolutamente scongiurato, soprattutto oggi alla luce della sofferenze che la filiera agroalimentare sta vivendo in questa lunga contingenza pandemica”, ha insistito Muraglia.
E’ mancata finora una strategia chiara per uscire dal pantano dei ricorsi e risolvere le criticità di attuazione – insiste Coldiretti Puglia - con la beffa subita dagli imprenditori agricoli che non hanno potuto investire ed il fallimento sul fronte dello storico ritorno alla terra che ha portato 5mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura in Puglia, ma quasi 9 richieste su 10 (86%) non sono state.
Una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il Paese che – sostiene la Coldiretti – perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani.
Anche sul fronte delle filiere non è stato ancora consentito – aggiunge Coldiretti Puglia – a cooperative e frantoi in tutta la Puglia di utilizzare oltre 40 milioni di euro del PSR Puglia per le strutture di stoccaggio che avrebbero potuto far fronte all’attuale stagnazione di mercato.
In questo scenario sono stati destinati 159 milioni di euro all’esercito di 23 Gal che hanno speso finora solo il 19,6% delle risorse - aggiunge Coldiretti Puglia – quando è al contempo da rilevare che gli interventi dei GAL sono scarsamente rivolti al settore agricolo con risorse che nella maggior parte dei casi sono utilizzate dal Pubblico, anche per piccoli interventi comunali.
Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse PSR – conclude Coldiretti Puglia - ed è l’ultima nella spesa delle risorse pubbliche.