Solo 40 milioni di euro del PSR Puglia sono stati destinati alle filiere agroalimentari, pochi spiccioli non ancora spesi dalla Regione Puglia a beneficio di un segmento economico che occupa il 50% dei lavoratori del comparto agricolo. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro sui contratti di filiera organizzato da Coldiretti Puglia, a cui ha partecipato il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate.
“Le inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare insieme all’inganno del falso Made in Italy costano alle imprese agricole pugliesi miliardi di euro che possono essere recuperati. Con il progetto per costruire una “Filiera Italia”, attraverso un dialogo costruttivo con gli altri stakeholder della filiera, la Coldiretti vuole smascherare le frodi, eliminare le distorsioni e tagliare le intermediazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi”, ha detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
“Viviamo numerose crisi in Puglia, a partire dai bassi prezzi delle olive già ad inizio campagna, e proprio nelle settore olivicolo non esistono ancora contratti di filiera. Ho ricevuto la richiesta di incontro per affrontare immediatamente l’emergenza olivicola, perché per esempio i 5 milioni di euro destinati agli interessi sui mutui dal Decreto Emergenze per le gelate, piuttosto che arrivare alle aziende a 3 anni dal provvedimento, potrebbero essere immediatamente essere messi a disposizione degli agricoltori. Resta l’urgenza di costruire finalmente il Piano Olivicolo Nazionale, quando in Spagna ne hanno già fatti 5”, ha dichiarato il Sottosegretario L’Abbate. “Sulle Filiere il Ministero ha postato 100 milioni di euro – ha aggiunto L’Abbate – fruibili attraverso un bando a sportello tuttora aperto”.
Si registra una crescita record del 70% nell’ultimo decennio di produzione di falso italiano – denuncia Coldiretti Puglia - per un valore stimato di 100 miliardi di euro, un inaccettabile danno all’immagine del Made in Italy a tavola, poiché non solo rubano mercato e posti di lavoro a tutta la filiera agroalimentare italiana, ma ingannano i consumatori di tutto il mondo.
“Per questo occorre approvare la proposta di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”, ha aggiunto Colomba Mongiello dell’Osservatorio Agromafie. “I contratti tra gli attori che operano lungo le filiere del cibo – ha insistito Mongiello - sono presupposto di valore per le produzioni locali, di remunerazione dignitosa per gli imprenditori agricoli e di qualità per i consumatori. Un investimento sicuro, insomma, per il futuro dell’agricoltura”.
L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa e gli accordi di filiera di successo sono un punto di partenza straordinario per uno sviluppo rurale strategico per il territorio. E’ il caso dell’accordo quadro di filiera per l’aceto 100% Made in Italy tra Coldiretti, Acetifici Italiani Modena S.r.l. (Gruppo De Nigris), insieme a Filiera Agricola Italiana Spa che prevede la fornitura minima di 10.000 ettolitri di vino pugliesi, di cui 7.000 bianchi e 3.000 rossi per la produzione di aceto italiano. “L’accordo di valenza triennale rientra nell’azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita ci sia un percorso di tracciabilità e qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con un’equa distribuzione del valore. Il contratto rappresenta anche un prezioso volano di sviluppo per il territorio della Puglia, dove l’agricoltura si dimostra un settore capace di garantire lavoro e opportunità di futuro, attraverso l’alleanza tra il mondo agricolo e l’industria agroalimentare italiana d’eccellenza, insieme per difendere tutta la filiera agroalimentare nazionale”, ha spiegato Armando De Nigris, Presidente del Gruppo De Nigris.
“Educare i cittadini ad un consumo consapevole da un lato aiuta a contrastare la deflazione dei campi, dove per colpa di importazioni dall’estero di prodotti di dubbia origina e qualità, assistiamo al crollo dei prezzi riconosciuti agli agricoltori in campagna, dall’altro è determinante per la salute stessa dei consumatori e per il benessere di tutti noi. Dobbiamo abituarci a comprare il meglio, perché è importante comprare il cibo sano e dare il giusto valore al lavoro degli agricoltori”, ha tenuto a dire Giovanni Pomarico, Presidente Gruppo Megamark.
Nel 2019 in Italia è scoppiato fino ad oggi più di un allarme alimentare al giorno, per un totale di ben 281 notifiche inviate all’Unione Europea durante l’anno. Sul totale di 281 allarmi che si sono verificati 124 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (44%) e 108 da Paesi extracomunitari (39%). In altre parole oltre quattro prodotti su cinque più pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%).
Dai risultati sono evidenti le maggiori garanzie di sicurezza dei prodotti nazionali che garantiscono sicurezza alimentare, salute e benessere, mentre i pericoli vengono soprattutto dalle importazioni e le filiere 100% Made in Italy garantiscono etica, sicurezza alimentare, lavoro e qualità, conclude Coldiretti Puglia.