Plauso alla Regione Puglia che ha risposto tempestivamente all’appello di Coldiretti Puglia e ha inoltrato richiesta formale al Ministero della Salute di conoscere ‘i flussi di latte in essere, in particolare di quelli in ingresso dall’estero e la loro destinazione finale nel territorio regionale’. E’ quanto rende noto Coldiretti Puglia nel denunciare che ogni giorno 5,7 milioni di litri di latte straniero attraversano le frontiere, sulla base dei dati del Ministero della Salute relativi ai primi quindici giorni del mese di marzo 2020 sui flussi commerciali dall’estero di latte equivalente, e invadono l’Italia con cisterna o cagliate congelate low cost di dubbia qualità in piena emergenza Coronavirus, proprio mentre alcune aziende di trasformazione cercano di tagliare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani, con la scusa della sovrapproduzione.
“Occorre fermare chi fa affari sulle spalle degli agricoltori e dei consumatori con le speculazioni sui prodotti favorite dalla mancanza di trasparenza sulla reale origine e sulle caratteristiche degli alimenti, che stanno provocando l’abbandono delle stalle. Bisogna rendere pubblici i nomi di chi importa latte e cagliate dall’estero e vogliono abbassare le quotazioni del latte pugliese. Sono atteggiamenti speculativi e sleali che mettono a repentaglio la tenuta di tutta la filiera, degli allevatori ma anche di tanti caseifici che operano in maniera corretta a cui va il plauso di Coldiretti ”, aggiunge ilpresidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Chi approfitta della situazione di emergenza – insiste il presidente Muraglia - deve essere escluso dai fondi previsti per sostenere il comparto agroalimentare come gli aiuti agli indigenti e da tutti gli interventi regionali che si stanno costruendo in queste ore per sostenere la filiera”.
Bisogna fermare qualsiasi tentativo di speculazione sui generi alimentari di prima necessità come il latte che – sottolinea la Coldiretti – nell’ultima settimana di rilevazione sui consumi ha registrato un balzo del 47% degli acquisti da parte delle famiglie, sulla base dei dati IRI che evidenziano anche l’aumento degli acquisti di formaggi, dalla mozzarella (+35%) al Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+38%).
Per questo la Coldiretti ha già allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle, attivando una casella di posta elettronica sos.speculatoricoranavirus@coldiretti.itper raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni.
“In un momento difficile per l’economia, bisogna snellire la burocrazia per le imprese agricole e recuperare – aggiungePietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - sul mercato il valore della trasparenza con misure a costo zero che valorizzino il Made in Puglia e combattano la concorrenza sleale”. “Abbiamo approntato un vademecum di comportamenti virtuosi – aggiunge il direttore Piccioni - che permettano agli allevatori pugliesi di continuare a produrre, evitando, però, in questa fase contingente e provvisoria, di immettere sul mercato quantità di prodotto che risulterebbero eccessive rispetto alla domanda, arrivando ad un lieve contenimento della produzione, così da scongiurare diminuzioni del prezzo del latte”.
Coldiretti sta consigliando agli allevatori di aumentare la quota di foraggi nelle razioni, rimodulare la somministrazione di concentrati nelle vacche a medio-avanzato stadio di lattazione, anticipare di non più di 10 giorni l’asciutta delle vacche a fine lattazione e ridurre il numero delle mungiture delle vacche a fine lattazione, e nel caso di robot, limitare a 2 le mungiture della mandria.
Coldiretti Puglia consiglia ancora di anticipare l’uscita degli animali già destinati alla riforma e di alimentare i vitelli con latte munto. Infine, Coldiretti ricorda che deve essere riservata la massima attenzione da parte degli allevatori verso i loro salariati affinché siano assicurati elevati livelli di sicurezza e precauzione per evitare i contagi che, oltre ad avere ripercussioni sulla salute, metterebbero “fuori gioco” le stalle dato che, in assenza di personale, non si potrebbe garantire l’essenziale attività giornaliera.