22 Dicembre 2025
CARCERI: ALLA CASA CIRCONDARIALE DI FOGGIA LA TERRA DIVENTA RISCATTO; OLTRE LE MURA GERMOGLIA IL FUTURO

Nel tenimento agricolo della Casa Circondariale di Foggia, dove i detenuti coltivano ortaggi e si prendono cura di un piccolo allevamento di galline, l’agricoltura si conferma strumento reale di crescita, responsabilità e speranza, un’esperienza che i giovani di Coldiretti Foggia hanno voluto sostenere e valorizzare con un gesto concreto, riconoscendone il forte impatto sociale e formativo, anche grazie al contributo della rete delle aziende agricole di Campagna Amica. In prossimità delle festività natalizie, una delegazione dei giovani di Coldiretti Foggia ha consegnato ai detenuti una motozzappa e un decespugliatore, attrezzature destinate a migliorare e potenziare le attività agricole svolte all’interno dell’istituto. Un contributo pratico, ma soprattutto simbolico, che rafforza un progetto capace di trasformare il lavoro nei campi in un percorso di responsabilizzazione e reinserimento.

“Il lavoro agricolo, infatti, rappresenta uno degli strumenti più efficaci per accompagnare detenuti ed ex detenuti verso nuove opportunità di vita e di lavoro, in piena coerenza con i principi di rieducazione e inclusione previsti dal nostro ordinamento, un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni e territorio e dando visibilità al lavoro positivo che si svolge quotidianamente all’interno del carcere”, ha detto Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia.

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio, con l’agricoltura sociale che è oggi una risorsa strategica per il reinserimento lavorativo delle fasce più fragili, tra cui detenuti ed ex detenuti, protagonisti di molti progetti delle fattorie solidali. Una rete che in Italia conta circa 9mila aziende agricole, espressione di un vero welfare rurale in continua crescita, come evidenziato da un’analisi di Coldiretti e Campagna Amica su dati Welfare Index PMI.

Sono numerose, infatti, le esperienze promosse dalla rete di Campagna Amica direttamente negli istituti penitenziari o nelle aziende agricole, che hanno consentito a migliaia di persone di accedere a percorsi di formazione e lavoro, migliorando concretamente la qualità della vita e favorendo il reinserimento sociale. Un modello reso possibile anche grazie alla Legge di orientamento, fortemente sostenuta da Coldiretti, che ha innovato profondamente il ruolo dell’agricoltura nelle campagne italiane.

Il progetto del carcere di Foggia rappresenta così un ponte concreto tra il mondo “dentro” e quello “fuori”, un percorso di dignità e rinascita che dimostra come, anche nei luoghi più complessi, la terra possa diventare strumento di trasformazione e benessere collettivo. Un messaggio potente: oltre le sbarre può germogliare futuro. Un ringraziamento particolare va a Donato Lamparella, ispettore della Casa Circondariale di Foggia, e a Donato Di Lella, segretario FAI-CISL di Foggia, per aver favorito la conoscenza e lo sviluppo della iniziativa di reinserimento e inclusione.

Come sottolinea Coldiretti, le carceri possono trasformarsi in veri laboratori di una nuova cultura del cibo: luoghi in cui il lavoro agricolo diventa occasione di riscatto e formazione e, allo stesso tempo, migliora la qualità dell’alimentazione, valorizzando prodotti italiani e filiere locali.

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