E’ stato di calamità in Puglia dove il ciclone sul Mar Ionio continua a richiamare aria molto fredda ed instabile dal nord-est Europa, con gravi danni in campagna per le forti raffiche di vento gelido, le piogge improvvise e torrenziali, il gelo persistente e le nevicate a macchia di leopardo. E’ quando segnala Coldiretti Puglia che a livello territoriale nelle 6 province ha inoltrato le istanze di calamità all’assessorato regionale all’Agricoltura, alle prefetture, alle province e alla presidenza della Regione Puglia.
“Stanno andando letteralmente in fumo mesi di lavoro in campagna, con intere coltivazioni di carciofi, asparagi, bietole, finocchi, rape, cicorie e piselli pronte per la raccolta distrutte nei campi con l’improvvisa e violenta ondata di maltempo dopo un inverno bollente. La morsa di gelo, pioggia e neve stanno compromettendo anche gli alberi da frutto che erano già fioriti per le temperature alte della primavera pazza e i vigneti di uva da tavola e da vino. La situazione è molto grave”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Per arginare i danni da gelo – spiega Coldiretti Puglia - sono state anche riscoperte pratiche antiche come l’accensione di fuochi controllati tra i filari per cercare di aumentare la temperatura tra le viti o come l’apertura dei teli antigrandine per creare una sorta di “effetto serra” e alzare di qualche grado le temperature.
La scure del gelo e della neve – continua la Coldiretti - si è abbattuta su piante di pesche, albicocche, percoche, susine e mandorli in piena fioritura o con già le gemme gonfie o i frutticini pronti a crescere ma anche sulle viti e sulle verdure in campo. Ma è allarme anche per le api - aggiunge Coldiretti - che sono state ingannate dal caldo e sono uscite dagli alveari ed ora rischiano di subire pesanti perdite.
Lo sbalzo termico primaverile ha colpito le campagne dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento che ha favorito il risveglio della natura con l’anticipo delle primizie di stagione che sono andate distrutte.
Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima – denuncia Coldiretti Puglia – che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più strategico il ricorso all’assicurazione – conclude Coldiretti Puglia - quale strumento per la migliore gestione del rischio, mentre è stato potenziato il servizio di assistenza tecnica alle aziende per la difesa delle colture dalle avversità meteoriche e per il supporto alle scelte operative aziendali.
L’agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici – conclude Coldiretti Puglia - ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali.